CITTA’ DI FIUMICINO, INGIOSI RIENTRA E CARICA: “ABBIAMO IL 40% DI POSSIBILITA’ DI VINCERE IL TORNEO”

CITTA’ DI FIUMICINO, INGIOSI RIENTRA E CARICA: “ABBIAMO IL 40% DI POSSIBILITA’ DI VINCERE IL TORNEO”

Il suo nome non compare in distinta dallo scorso 25 gennaio.

Da quel giorno, Daniele Ingiosi (nella foto Di Palermo), espulso durante l’intervallo dall’arbitro Viglianti di Latina per motivi che ancora gli risultano oscuri, il clima-partita non lo ha più respirato.

Questo perchè tre giorni dopo, nel corso di un galoppo in famiglia con la Juniores, ha subito un infortunio muscolare che lo ha tenuto fuori per un mese abbondante.

Una tortura per un guerriero come l’ex capitano della Viterbese, costretto a mordere il freno senza poter dare il suo prezioso contributo alla causa.

Ora però il peggio è passato e la colonna che il club portuale ha inteso collocare a protezione della propria porta nella scorsa sessione di calcio mercato è ormai pronta a riprendersi il suo posto.

 

Ingiosi, il peggio è ormai passato.

“Sì, oggi ricomincio finalmente con la squadra e sono davvero felice.

A trentatre anni purtroppo è necessario curarsi in maniera ancor più meticolosa per non correre ulteriori rischi.

Adesso mi riaggregherò ai miei compagni e poi il mister deciderà se convocarmi o meno già per domenica prossima”.

Che idea si è fatto di questo strano Girone A di Eccellenza?

“C’è un grande equilibrio ed ancora non so se sia verso l’alto o verso il basso.

Questo torneo non è certo come il precedente, dove Viterbese, Rieti ed in parte Sorianese fecero il vuoto.

Qui la spunterà chi sbaglierà di meno e riuscirà a curare i minimi dettagli”.

In termini percentuali quante possibilità ha lo Sporting Città di Fiumicino di far suo questo torneo?

“Ne abbiamo diverse, anche se 43 punti in 25 partite non costituisce una media che, di solito, ti fa vincere un campionato.

Per farlo dobbiamo migliorare le prestazioni casalinghe.

Fuori ci esprimiamo meglio, perchè abbiamo un buon atteggiamento di ripartenza, mentre in casa facciamo più fatica.

Il mister sta lavorando per ovviare a queste difficoltà e siamo fiduciosi.

Per me abbiamo il 40% delle possibilità di vincere, ma dovremo guardarci da avversari come il Villanova, che è una squadra che gioca da anni insieme ed è molto organizzata, Ladispoli, dove ci sono calciatori importantissimi come Mirko Mancini, Fonte Nuova, una squadra in cui ho molti amici dai tempi di Guidonia, e Trastevere che, in silenzio, ha saputo risalire la china e che ora è pronto a giocarsela con tutti”.

E proprio i romani saranno il vostro prossimo avversario.

Se le dico Pirozzi, lei cosa mi risponde?

“L’ho avuto due volte, in fasi diverse, a Viterbo.

E’ una persona splendida, un allenatore preparato, meticoloso e che vorrei avere sempre.

Sapendo come cura le partite, ci troveremo di fronte una squadra molto arcigna, aggressiva e che lotterà fino all’ultimo istante su ogni pallone.

Loro vengono da una serie di risultati importanti, dovremo fare molta attenzione”.

Scorrendo il calendario, quello con il Trastevere sembra il penultimo banco di prova importante prima dell’altro scontro diretto del 15 aprile con il Fonte Nuova.

“Non sono d’accordo, anzi dico che sarà ancor più duro incontrare squadre alla ricerca di punti-salvezza nelle ultime giornate del campionato.

Personalmente avrei preferito avere più scontri diretti.

Sarà durissima, ogni partita sarà una vera battaglia.

Faremo meglio a guardare alla nostra situazione partita dopo partita”.

A trentatre anni e con un ricchissimo bagaglio di esperienza alle spalle, quanto si sente cresciuto Daniele Ingiosi?

“La mia è una storia particolare, perchè a diciannove anni giocavo in Prima Categoria con l’Eur Tre Fontane di mister Bernabei ed a ventiquattro ero titolare in C2 con la Viterbese.

Altri ragazzi hanno avuto la fortuna di fare la trafila in settori giovanili professionisti, mentre per me non è stato così.

Non ho rimpianti, comunque.

Il calcio ti toglie dalla strada e, a volte, ti evita di incorrere in situazioni spiacevoli.

Negli ultimi quattordici anni ho appreso tanto da tutti gli allenatori ed i compagni di squadra che ho avuto negli anni.

Mi sento molto cresciuto umanamente”.

Il suo ricordo più prezioso?

“E’ legato proprio a quel campionato di Prima Categoria, l’unico che sia riuscito a vincere finora nella mia carriera.

Eravamo un gruppo di amici.

A poche settimane dalla fine eravamo secondi, a dieci punti dalla prima.

Loro hanno cominciato a perdere e noi abbiamo recuperato terreno fino a batterli 3-1 nel confronto diretto dell’ultima giornata.

Un momento che conservo nel cuore, così come il primo gol tra i professionisti contro il Gubbio.

Vincemmo 1-0″.

La maglia della Viterbese resta la sua seconda pelle?

“Sì, senza dubbio.

L’anno scorso ero emozionato di poter vivere una seconda giovinezza calcistica in gialloblu a distanza di qualche anno.

Purtroppo qualche acciacco di troppo e l’assoluta necessità del club di vincere il campionato ha finito per far separare le strade.

Mi è dispiaciuto tantissimo dover andar via così, quello resta il mio unico rimpianto”.