DEL CANUTO: “MINCIOTTI E VENANZI NON LI SCAMBIEREI CON NESSUNO AL MONDO”

DEL CANUTO: “MINCIOTTI E VENANZI NON LI SCAMBIEREI CON NESSUNO AL MONDO”

Il convincente successo di domenica scorsa ad Acquapendente ha riportato il sorriso a Montefiascone.

La squadra gialloverde veniva da un mese e mezzo assai poco fortunato alla voce risultati ed i tre punti colti su un campo assai complicato, come dimostra il rendimento dell’undici di Fatone negli ultimi quattordici mesi, hanno alleggerito il cuore e fatto tornare il sorriso ad una realtà, dove peraltro il calcio riveste la dimensione di purezza e genuinità che non sempre si riscontra alle nostre latitudini.

Stefano Del Canuto, giunto alla sua terza stagione da tecnico dei viterbesi, ai nostri microfoni analizza con la schiettezza che da sempre lo contraddistingue il momento della squadra.

 

Mister, è corretto sostenere che domenica scorsa ad Acquapendente si è rivisto il vero spirito del Montefiascone?

“Sì, trovo che lo sia, anche se in tutta obiettività nelle prime undici gare già lo avevamo esibito in alcune occasioni”.

E’ pur vero che nelle precedenti sei uscite avevate raccolto solo due punti…

“Chi conosce il calcio sa che esistono stagioni che sembrano stregate.

Di buone prestazioni ne avevamo fatte anche prima, ma a volte la fortuna non ci era stata particolarmente amica.

Di infortuni ne abbiamo subiti parecchi, poi va anche ricordato che la nostra è una squadra assai giovane, salvo Nencione e Cesarini.

Anche questo può incidere nella gestione dei momenti del campionato”.

Tra pochi giorni da voi arriva il Cre.Cas. Città di Palombara.

Ci saranno assenze pesanti sia da una parte che dall’altra.

“In questa categoria non si hanno i supporti che ci sono in Serie A, quindi spesso si è costretti ad analizzare freddamente i numeri e le statistiche.

Da queste si nota come loro abbiano una difesa molto solida e possano schierare in avanti giocatori importanti come Saliou, Pangrazi e De Lucia.

A loro mancherà la coppia centrale in difesa, ma anche noi dovremo far fronte alle assenze di Mangialardi e Nami.

La nota positiva deriva dal ritorno di Burla e dal prossimo ritorno in campo di Vasco Balletti, un terzino destro classe ’96 che per noi è molto importante, e di Bellacima, ormai sulla strada del pieno recupero.

Diciamo che per la prima volta in questa stagione affronteremo una squadra che, come noi, non potrà giocare a ranghi completi”.

Altre realtà, neppure troppo distanti, dopo un periodo sfavorevole avrebbero probabilmente già salutato il proprio allenatore.

Quanto incide per lei godere della piena ed incondizionata fiducia da parte del club?

“Personalmente mi ritengo un tecnico molto fortunato.

Il Montefiascone mi ha concesso la possibilità di cimentarmi fin da subito con un campionato di spessore come l’Eccellenza.

L’anno scorso ci siamo tolti numerosi sfizi, pur essendo partiti con aspettative minori rispetto ad altri e con giocatori che in molti, sbagliando, sottovalutavano.

Io ho il privilegio di lavorare in un ambiente sano, consapevole delle proprie risorse e che ti dà fiducia.

Ho un presidente ed un direttore generale che non cambierei con nessuno al mondo.

Con loro il lunedì si analizza tutto con la massima serenità e senza grandi stress.

Sono davvero grato a Minciotti ed a Venanzi”.

A suo avviso, che periodo sta vivendo il calcio nella provincia di Viterbo?

“Io ritengo che la fase che il calcio sta vivendo qui da noi comporterebbe un’analisi lucida.

Qui a Montefiascone abbiamo cominciato a farla già da un paio d’anni, da quando cioè non prendiamo più giocatori provenienti da Roma, ma cerchiamo di sviluppare al massimo le risorse del nostro territorio.

Il club sta facendo un ottimo lavoro nel setotre giovanile e l’ultima testimonianza riguarda Jacopo Cirilli, un ’98 che ha esordito domenica scorsa.

Le altre squadre del comprensorio seguono probabilmente filosofie differenti.

La Vigor Acquapendente ha una situazione molto scomoda dal punto di vista logistico, trovandosi ad oltre cinquanta chilometri dal centro di Viterbo, e spesso è costretta a cercare giocatori da altre regioni.

Monterosi è una realtà in questo momento poco spiegabile, mentre Soriano rappresenta un punto interrogativo e non si sa che tipo di programmazione verrà stilata nel prossimo futuro”.

Come giudica l’attuale Girone A di Eccellenza?

“Sono dell’avviso che si tratti di un campionato divertente, dove tutti sono consapevoli di potersela giocare contro chiunque.

Nelle prime undici giornate abbiamo affrontato formazioni che gravitano sia in testa che in coda e francamente mai nessun avversario mi ha fatto uscire dal campo a bocca aperta”.

Colpa di un livello complessivamente ridimensionato, come dicono in tanti?

“Senza dubbio.

Fino ad una decina di anni fa era più facile vedere giocatori di un certo livello”.

E’ un problema generazionale, a suo avviso?

“Io credo che dipenda dalla fine del calcio di strada.

Prima i ragazzini giocavano ore intere per strada e lì si formavano veramente, mentre oggi lo fanno solo nei centri sportivi.

Se non hanno la fortuna di incontrare buoni insegnanti, disperdono il loro talento”.

Stefano Del Canuto ha l’ambizione di cimentarsi in futuro con realtà calcistiche diverse?

“Nel calcio è molto difficile stilare dei programmi, perciò preferisco vivere alla giornata.

Il mio sogno è quello di vedere un Montefiascone che, dopo aver fatto crescere i suoi giovani, possa con loro rendersi competitivo per traguardi diversi dalla salvezza.

Da quando sono divenuto tecnico del Montefiascone, mi sento certamente più maturo e completo di quando sono stato gettato nella mischia.

Qui sto benissimo e lo ribadisco, però se un giorno tutto questo dovesse finire, non mi dispiacerebbe cimentarmi con realtà diverse”.

Ha un ringraziamento particolare?

“Al di là di mia moglie che è parte integrante della mia vita, il mio pensiero va a quei giocatori che mi hanno permesso di crescere in questi tre anni.

Penso al nostro ex capitano De Paolis, a Nencione ed a Cesarini.

Tutto l’ambiente-Montefiascone è peraltro fatto di persone splendide ed il mio grazie va a loro per il supporto che mi hanno dato dal primo istante, a prescindere dai risultati ottenuti sul campo”.