FASCIANI NON FA PRIGIONIERI: “L’ECCELLENZA? CAMPIONATO MEDIOCRE, OGGI PUO’ FARLA CHIUNQUE”

FASCIANI NON FA PRIGIONIERI: “L’ECCELLENZA? CAMPIONATO MEDIOCRE, OGGI PUO’ FARLA CHIUNQUE”

La telefonata per fargli gli auguri diventa l’occasione giusta per strappargli qualche riflessione sui campionati che vanno concludendosi.

E lui, come al solito, non si sottrae.

Proprio ieri Ermanno Fasciani ha soffiato su un certo numero di candeline, ma la verve e la vis polemica che da sempre lo contraddistinguono non si sono certo spente.

Dirigente dell’Academy della Roma da qualche mese, il Cavaliere si gode un lavoro per lui inedito, ma che gli sta riservando più di una soddisfazione.

Da una lunga chiacchierata telefonica è nata dunque un’intervista che intendeva analizzare i campionati di Eccellenza e Promozione nostrani e che di certo non accrescerà il numero dei suoi amici.

 

Fasciani, cominciamo dal Girone A di Eccellenza.

Un torneo all’insegna dell’equilibrio, quando mancano appena cinque giornate alla fine.

“Per me questo è il campionato più scarso degli ultimi cinquant’anni.

Prendete il Trastevere ed il Fregene: hanno perso rispettivamente otto e nove partite, di cui un buon numero in casa, eppure sono lì.

Lo trovo perlomeno curioso”.

Molti parlano di campionato livellato…

“Io, invece, dico che è semplicemente mediocre.

I buoni giocatori si sono distribuiti un po’ in tutte le squadre e, quando questi mancano, tali squadre perdono.

In Eccellenza non c’è una vera e propria ammazzacampionato, come può essere il Città di Ciampino in Promozione.

Nel Girone A ci sono solo squadre mediocri che a cinque giornate dal termine del campionato, anche se dovessero vincerle tutte ed io ne dubito, faticherebbero ad arrivare all’attuale quota del Colleferro nel Girone B.

Lo scorso con 45 punti le squadre si sono salvate, adesso rischiano di essere in lizza per vincere”.

Con questi presupposti chi andrà in D avrà più di un problema.

“No, per molti sarebbe una vera tragedia ed avrebbero bisogno di flebo, perché la Serie D costa parecchi soldi più dell’Eccellenza.

Il gap sarebbe talmente grande che occorrerebbe rivoluzionare l’intera squadra, perché restare con l’attuale organico nella categoria superiore porterebbe ad una retrocessione certa, con il Kawasaki.

E poi nel nostro calcio non c’è neppure la giusta cultura per compiere una scelta del genere”.

Dunque chi lo vincerà?

“Non faccio previsioni, né ho la palla di vetro.

Vincerà chi avrà maggiore continuità e zero infortuni. 

Comunque, ribadisco il concetto: oggi nessuno ha in mente di spendere cifre che si aggirano intorno al mezzo milione di euro per la D.

Forse quella che è avvantaggiata dal calendario e che può avere maggiori possibilità di affrontare poi un campionato di Serie D è lo Sporting Città di Fiumicino”.

Ed alle sue spalle chi arriverà?

“Mi stuzzica parecchio una partita come Fregene-Trastevere all’ultima giornata.

Quella partita può rimescolare tutto.

Attenzione, però, perché anche arrivare secondi in una situazione di crisi come questa può comportare problemi.

Poi ci si deve mettere a cuccia e sperare che non arrivi il ripescaggio…”

A suo avviso, qual è stata la maggiore delusione nel Girone A?

“Direi la Nuova Sorianese, che all’inizio era partita per fare un campionato di vertice e poi si è ridimensionata, il Cre.Cas. che aveva notevoli aspirazioni, ed il Real Monterosi che ormai è quasi retrocesso.

In parte inserisco in questo discorso anche il Ladispoli, che è ancora lassù, ma ha cambiato troppi giocatori e non ha mai trovato la giusta continuità per ambire concretamente al titolo.

I complimenti li faccio invece al Villanova, che ha fatto bene, ed al Fregene che ha saputo rientrare in corsa e che comunque chiuderà con un minimo di nove sconfitte al passivo”.

Passiamo al Girone B di Eccellenza.

Se Atene piange, Sparta certo non ride.

Stando fuori, molto sommessamente dico che anche qui c’è tanta mediocrità.

Il Colleferro rimane favorito, anche se ha commesso un grave errore, mandando via un tecnico che era primo in classifica.

Si generano traumi in questo modo.

Credo che in D andranno comunque i rossoneri, anche se i loro attuali 66 punti valgono meno di quelli della Nuova Itri.

Sono loro la vera sorpresa del torneo.

A decidere le sorti di questo campionato saranno probabilmente i due scontri diretti che rimangono.

Chi li perderà avrà ben poco margine per recuperare”.

Ci sono già grandi polemiche in vista del prossimo turno infrasettimanale.

“E perché mai?

E’ una cosa programmata da tempo, mica lo hanno organizzato adesso”.

Questo è vero, però arriva in un momento decisivo del campionato e non dimentichiamo che molti calciatori lavorano durante il giorno.

Non potrebbe minare la regolarità del torneo?

“I problemi emergono adesso che c’è la crisi.

Prima, quando facevamo una sorta di semi-professionismo nessuno si scandalizzava.

Non ci accontentiamo mai”.

Dando un’occhiata al Girone A di Promozione, spicca il duello tra Tolfa ed Atletico Vescovio.

“Il Tolfa è una bellissima sorpresa.

Conoscendo bene la loro realtà, hanno sempre giocato per partecipare negli anni scorsi, ma hanno usato la testa e non i piedi, a differenza di altri.

Stavolta hanno messo su una squadra organizzata, con giocatori dell’hinterland, ed approfittando anche della crisi di realtà limitrofe come Santa Marinella, Cerveteri e Civitavecchia.

Al di là di questo, però, va anche sottolineato che a Tolfa si sta bene, c’è gente amabile e questa può essere la spiegazione per cui questo gruppo di giocatori sta rendendo così bene.

Resta comunque un girone strano, con l’Atletico Vescovio che vive il tutto in maniera goliardica, la Boreale che non ha una casa ed il Santa Severa che negli anni passati ha sempre fatto fatica a salvarsi e adesso è quinto”.

Attualmente chi vede più strutturato per il salto di categoria?

“Probabilmente l’Atletico Vescovio, che ha gente come Barra, Amici, i due Masi, Casanova e Pisa di Monterosa che farebbe ottima figura anche in Eccellenza.

Oggi come oggi, l’Eccellenza può farla chiunque e senza eccessivi esborsi economici.

Basta mantenere il gruppo dell’anno precedente”.

La delusione?

“Anche se è ancora in corsa per l’ultimo posto play-off, direi la Compagnia Portuale.

Mi aspettavo decisamente di più da loro”.

Sul Girone B cosa possiamo dire invece?

“Bisogna innanzitutto fare i complimenti al La Sabina che erano anni che si arrovellava su come costruire la squadra giusta e quest’anno, in maniera anche abbastanza sorprendente, ci è riuscito.

Dopo le fanfare che hanno accompagnato il mercato della scorsa estate, assegno invece la palma della maggiore delusione alla Valle del Tevere.

Ora come ora dovevano avere loro dieci punti di vantaggio sul La Sabina e non viceversa.

La differenza l’ha fatta il gruppo.

Scorrendo i nomi, non doveva esserci partita ed invece…”.

Nel Girone C ci aspettavamo un duello fino al termine tra il Città di Ciampino e la Lepanto Marino, ma il testa a testa è durato solo fino al giro di boa…

“La Lepanto ha fatto una scelta strana, puntando su un direttore sportivo giovane ed un allenatore esperto.

Credo ci sia stata un po’ di confusione e che Santececca volesse altri giocatori.

Se tu società prendi un tecnico che non conosci e poi non gli assicuri quei giocatori che lui ti chiede, non vai da nessuna parte.

Io sulla panchina della Lepanto avrei visto benissimo Centioni e Sancricca, due che avevano già fatto benissimo in Promozione con il Futbolclub.

Alla fine credo comunque che saranno loro ad aggiudicarsi la volata per il terzo posto.

Camillo conosce bene sia il girone che i giocatori e poi, di solito, chi sale in sella a poche giornate dalla fine è più sereno.

Con tutto il rispetto, credo che Montespaccato e Lido dei Pini abbiano un organico complessivamente inferiore a quello della Lepanto.”.

Sul Città di Ciampino qual è il suo pensiero?

“Credo che, se manterrà la stessa squadra in Eccellenza, potrebbe anche vincere.

Non conosco il Sermoneta, però sono convinto che il campionato lo vincerà la squadra di Baiocco.

Hanno già perso una Coppa Italia che avevano praticamente in mano per eccessiva sicurezza, un incidente di percorso che ci può stare quando devi gestire un organico di venticinque calciatori, il campionato non lo molleranno”.

Palocco o Alatri La Piseba: chi vincerà la coppa?

Il Palocco mi sembra una squadra solida ed organizzata.

Credo che abbia più chance”.

Trotta le piace?

“Sì, ha personalità e carattere.

Mi piace lui, così come mi piacciono tutti i tecnici giovani e che non hanno ancora comitive di giocatori al seguito.

Ce ne sono molti che ormai sembrano più accompagnatori che allenatori”.

In che senso?

“Una volta, erano gli allenatori a dire ai calciatori come si stava in campo, adesso le parti si sono invertite.

Sono pochi quelli che ancora comandano.

Penso a Caputo, a Pirozzi, a Gagliarducci.

Mi permetto di fare queste osservazioni, perché sono stato allenatore per ventotto stagioni di fila”.

Se potesse, quale partita rigiocherebbe?

“La mia prima finale, quella tra Campo de’Fiori e Trastevere.

Ha avuto un epilogo particolare e di recente l’ho anche raccontato in pubblico.

Qualcuno mi ha filmato ed ha messo il video su YouTube.

Sabato scorso ero all’Olimpico per vedere Roma.Napoli e Mauro Baldissoni, che pensavo neppure mi conoscesse, mi ha dato una pacca sulla spalla e mi ha fatto i complimenti (ride)…”.

A proposito, come va questa esperienza romanista?

“Diciamo che per me rappresenta l’entusiasmo della vecchiaia.

Quattro anni fa con il Futbolclub ho iniziato con una certa titubanza ad occuparmi di settore giovanile dopo tanti anni di prime squadre.

Un percorso nuovo, ma iniziato con il presidente Bergamini secondo canoni nuovi.

L’idea era di sdrammatizzare il calcio, svincolandolo dal risultato.

Un’idea che poi è venuta meno con l’addio di Bergamini e che ha portato una realtà che non genera rimborsi al paradosso di esonerare degli allenatori.

Con l’Academy della Roma mi occupo dei gruppi 2004, 2005 e 2006 e ne sto avendo grandi soddisfazioni”.

Magari ne riparleremo a fine campionato, quando ci sarà da analizzarne anche i verdetti.

Siamo d’accordo?

“Parola di Ermanno Fasciani”.