SERIE D, LA PORTA DEL SORA TROVA IN FRASCA IL SUO PARACADUTE: “VOGLIAMO ESSERE PROFESSIONALI NONOSTANTE TUTTO, FIERO D’ESSERE QUA”

SERIE D, LA PORTA DEL SORA TROVA IN FRASCA IL SUO PARACADUTE: “VOGLIAMO ESSERE PROFESSIONALI NONOSTANTE TUTTO, FIERO D’ESSERE QUA”

A cura di Giovanni Crocé

 

Valerio Frasca, a 23 anni e con anche il record di imbattibilità di Sebastiano Rossi da te infranto (porta della Primavera della Roma inviolata per 10 partite di fila e 949 minuti, recuperi compresi ndr) e diverse stagioni in C, è riduttivo dire che il Sora ha un grande portiere…

Valerio Frasca, classe 1991, ai tempi della Roma, fece scalpore mantenendo la porta della Primavera di Alberto De Rossi inviolata per 949 minuti recuperi inclusi
Valerio Frasca, classe 1991, ai tempi della Roma, fece scalpore mantenendo la porta della Primavera di Alberto De Rossi inviolata per 949 minuti recuperi inclusi

Ti ringrazio e vi ringrazio di aver messo in risalto che la nostra unità di intenti si rispecchia anche nella forza della nostra difesa, perchè il collante principe per non prendere gol e fare grandi interventi anche io stesso, se ne ho fatti, è proprio quello. I rigori da me parati in questo campionato e la vittoria prestigiosissima sulla Viterbese li ritengo i punti più alti – per ora – di questa campagna di serie D, ma solo se la squadra fa bene ci si accorge del valore aggiunto che rappresenta il portiere. Se perdi 5-0 e fai 20 parate non lo noterà quasi nessuno, se ne ricavi un punto o tre puoi fare notizia, è il destino dei numeri 1. Devo dire che la squadra del Sora umanamente e tecnicamente è la scelta migliore che io potessi fare e rifarei, perchè il direttore Iengo mi aveva avuto qualche tempo in prova anche l’anno passato alla Lupa Castelli, in un anno per me nero, dove non ho giocato perchè, non ho remore a dirlo, non mi ha voluto nessuno. Ma questa fame agonistica adesso credo che si noti e io come altri la sto scaricando ogni minuto in allenamento ed in partita, io voglio tornare ai tempi della Roma, e rifare prestissimo almeno la serie C…

Da classe 1991, sei stato 10 anni a Trigoria ed eri titolare fisso sia della under 19, poi hai giocato anche in under 20, cosa è andato storto?

Onestamente la soddisfazione di fare tutta la trafila del settore giovanile in giallorosso resterà un orgoglio e non mi interessa se poi gli interessi calcistici in prima squadra portano le società a fare altre scelte, la vita è questa e va accettata sempre. In realtà io ho forse avuto un po’ fretta e un po’ sfortuna nel voler andare subito a giocare in C ad Arezzo a gennaio del 2010, quando potevo tranquillamente essere ancora coccolato dalla Roma in Primavera e mantenere i miei record e la mia fama di invincibile, grazie ad una Roma primavera colossale, che annoverava talenti come Bertolacci, Florenzi, Malomo, Scardina, Marco D’Alessandro, gente e calciatori di livello mostruoso che ora se non è in A è in nazionale o tra i professionisti da tempo. Ma mi voleva il Palermo insistentemente e forse dopo qualche pressione dei media, come molti che possono ricostruire la vicenda ricorderanno agevolmente, dopo qualche polemica sulla Roma che veniva accusata di lasciare troppo facilmente i talenti di casa, forse anche per questo non se ne fece nulla nonostante ai tempi Sabatini, allora D.s. dei rosanero, mi stimasse dichiaratamente. Poi più di qualcosa non andò bene nè in Toscana, nè soprattutto a Villacidro in sardegna, molto meglio in lombardia alla Pro Patria, e di nuovo problematiche durissime a Sorrento, dove quando la squadra stentò la dirigenza scelse subito di puntare sull’esperienza di Generoso Rossi. Nel calcio e nella vita quando fai una scelta può sempre andarti bene o male, si sa, ma sono certo che mi riprenderò tutto con interessi fortissimi.

Alla Roma ai tempi di Julio Sergio e Doni quando tu eri alle porte della serie A e in under 19 azzurra, hai forse pagato la scarsa storica fiducia tutta italiana nel puntare sui numeri 1 nostrani, se troppo giovani?

Non credo francamente in questo, sono consapevole del fatto che i due brasiliani avevano tantissima qualità ma forse ho pagato già allora il fatto che essendo un portiere non certo gigante, dato che sono alto 1,80, fosse piuttosto questa la cosa che giustificasse qualche detrattore nel non darmi fiducia subito in un palcoscenico tanto importante come la Roma, neppure per un esordio di un minuto. Ho sempre dovuto combattere anche in under 19 italiana col fatto che dovevo parare di più e meglio dei colleghi più alti, ma ai tempi anche Simone Colombi, ora in A col Cagliari, era spessissimo la mia riserva e ho profonda stima di lui, come collega, ma alla fine questa storia dell’altezza l’ho sempre presa come uno stimolo e colleghi come Iker Casillas e Julio Cesar, pur nella loro irraggiungibilità erano un modello: non sono altissimo? Devo essere il più esplosivo, e spesso questo mi riusciva alla grande, che nessuno mi abbia mai regalato nulla è il mio vanto e il mio mantra.

Anche se da tempo e proprio in questi giorni, tra comunicati e controcomunicati e problematiche economiche, state facendo bene in campionato ma turbati da polemiche interne, non è un momento facile…

Certo, non è semplice per nessuno, ma come mi preme far notare una volta di più lo spogliatoio del sora, i calciatori e tutti i dirigenti e componenti dello staff tecnico sono uniti, credo che anche i tifosi lo vedano e lo capiscano che noi non remiamo contro nè adesso nè mai e non si tratta solo e soltanto di stipendi non pagati, anche se non nego che una parte importante è proprio quella economica e delle spettanze mancanti, ma avere tutto lo staff di questo mondo e non vedere da tempo il presidente spesso al campo incide negativamente e chi nega tutto questo vuole il male nostro e di tutta la società. Ma non ci vedrete, credo, mettere in mora la società o giocare a perdere, perchè rispettiamo la maglia del Sora e il nostro destino sportivo, dato che qua ci siamo venuti non certo per soldi e basta, ma soprattutto per rilanciare le carriere di molti di noi e a prescindere di questo saremo grati al Sora.

VALERIO FRASCA ROMA PV SORA

In questi casi, anche se a qualcuno può risultare piuttosto cinico, arrivano a voi calciatori molte offerte, col mercato di dicembre alle porte, qualcosa è già giunta per te, magari da serie o contesti ancora più ambiziosi?

Qua a Sora non si è mai lottato per vincere il campionato e si sa da sempre, ma volevamo andare il più forte possibile e credo che questo stia accadendo, quindi per ora non so e non ho ricevuto nulla di concreto ma neanche mi interessa, non voglio approfittare di nulla di scorretto, per me se la società pagherà regolarmente da qua alla fine non cambierà nulla e a meno di qualcosa di seriamente irripetibile io voglio restare qua a finire la stagione, perchè mi sto trovando alla grande con tutto il gruppo. E lo può testimoniare anche chi mi vede restare a casa dei compagni quando facciamo doppia seduta, si fa gruppo facilmente e in modo splendido e io sto bene qua.

Nel calcio e per il calcio ti sei fisicamente spostato sempre molto già dai tempi della Roma, ad oggi di Sora chi ti resterà umanamente impresso?

 

Per me un talento e una bontà come quella del nostro fantasista Reyza Soudant sono imprescindibili e splendide, lui è leader e uomo vero dentro e fuori dal campo e oltretutto al di là del calcio credo che molto ci terrà uniti umanamente perchè anche lui è uno di quelli che secondo me presto tornerà a fare il professionista, per certi versi essendo coetanei ed essendo passati dall’essere assurti a grandi talenti a calciatori giovani caduti nel dimenticatoio credo che anche questa vicinanza di storie personali ci abbia unito non poco. Poi come ho già detto anche in altre occasioni nel calcio è impossibile mantenere vivi e forti tutti i rapporti interpersonali altrimenti avresti un milione di amici e questo è francamente impossibile. Dai tempi della Roma me ne saranno rimasti quattro o cinque, come ad esempio “Pippo” Scardina, l’ex centravanti della Primavera giallorossa dei miei tempi, con cui sono stato a pranzo qualche settimana fa parlando di tutto, ma oggettivamente il tempo e le distanze è chiaro che giochino un ruolo decisivo, poi c’è già chi magari ha figli e famiglia, e allora si vede davvero alla lunga chi ha voglia di starti vicino e di cercarti, anche se hai frequentato uno spogliatoio per pochi mesi.