SERIE D, OSTIAMARE, IL “COMANDANTE” PIROLI E LA SUA STAGIONE IN BIANCOVIOLA: “SODDISFATTO PER QUEL CHE SI E’ FATTO E ANCOR PIU’ PER QUEL CHE FAREMO”

SERIE D, OSTIAMARE, IL “COMANDANTE” PIROLI E LA SUA STAGIONE IN BIANCOVIOLA: “SODDISFATTO PER QUEL CHE SI E’ FATTO E ANCOR PIU’ PER QUEL CHE FAREMO”

A cura di Giovanni Crocé

Danilo Piroli, il martedì dopo aver messo la museruola a gente come Pascu e Merlonghi come ci si sente?

Sono davvero contento per la vittoria, io come per tutto il gruppo, perchè la volevamo fortemente, l’abbiamo inseguita e non è come tutte le altre perchè ci stava sfuggendo di nuovo al primo vero tiro in porta avversario, l’1-1 di Merlonghi e purtroppo abbiamo ancora la sensazione a volte che al primo tiro in porta si prenda gol in ogni modo, e siamo contenti di aver scacciato questa sensazione, abbiamo lavorato tanto anche sulla mentalità sopratutto nel periodo difficile degli ultimi 2 mesi….

Vi siete spaventati quando avete visto un “re del gol” come Piro sbagliare due gol in meno di un minuto davanti alla porta?

Non abbiamo avuto tempo per pensarci ma tanta sorpresa lì per lì c’è stata, ancora oggi a quasi tre giorni dalla partita è arrabbiatissimo ed era più infuriato per aver sbagliato quei due gol piuttosto che per aver ottenuto il rigore della vittoria, ma i campioni sono fatti così, non accettano mai le giornate nere e sanno comunque costruire episodi decisivi come il penalty poi vincente di Massella anche quando tante cose vanno storte. Secondo me al contrario va applaudito per la forza con cui ha continuato ad aggredire la partita nonostante gli errori.

In effetti avete iniziato ad attaccare a testa bassa soprattutto dopo il pareggio del San Cesareo, come se non vi interessasse il punto o rischiare di perde il match…

La mentalità è fatta sì di saggezza ma anche di rischi da prendere al momento giusto e con la volontà giusta, onestamente del punto ci avremmo fatto poco e ci sarebbe stato stretto, non lo avremmo festeggiato adeguatamente perchè di pareggi ne abbiamo abbastanza, soprattutto perchè vogliamo fortemente il terzo posto, per ora è quello il nostro scudetto e non ci arrenderemo mai, finchè non ci saremo. Dicono che i playoff non servono a molto in D? Sarà pur vero, ma serve a noi come riconferma di essere all’altezza in ogni gara, in ogni periodo dell’anno, perchè vogliamo aprirci piano piano un futuro sempre più roseo.

Sei un ragazzo del 1989 che ha fatto tanta serie C e giocavi mezzala, da quando sei ad Ostia, sei diventato il “comandante” della difesa e stopper titolare fisso…

Si è vero, se guardate la mia carriera, dopo il settore giovanile al Ladispoli, giovanissimi ed allievi, e l’Eccellenza a Pomezia ho fatto soprattutto la mezzala, il centrocampista in C ma evidentemente avevano altre vedute i mister che mi hanno avuto in D all’Ostiamare, da Caputo a Pochesci e Chiappara, nessuno ha mai avuto dubbi, e il nostro addetto stampa mi ha dato il soprannome di “comandante” per la capacità, a suo dire, di dare indicazioni al reparto durante la gara. Quest’anno mister Chiappara nell’1-1 di coppa italia di D contro la Lupa Castelli, quando poi perdemmo ai rigori, giocai di nuovo a centrocampo ma evidentemente è stato un esperimento estemporaneo, ora sono un difensore centrale e in quel ruolo, da tempo, sogno di ritornare in C.

Tu sei più elegante e giochi d’anticipo, il tuo giovane collega De Nicolò usa di più il fisico e proprio con Pascu sono state scintille da wrestling in campo domenica scorsa…

Sì è vero e l’ho notato anche io, ma ripeto, io sono interista di Santa Marinella e cresciuto col mito e col “ciuffo” di Nicola Berti in testa, gioco difensore ma picchio pochissimo, tanto che ho solo un giallo in stagione, nel mio ruolo è davvero poco, non sono falloso e non entro duro per natura, e credo in questo mi aiuti il trascorso da centrocampista, a parte in D, io ho fatto sempre di più il mediano che lo stopper e qualcosa mi è rimasto, calcio via raramente a casaccio il pallone e a volte dovrei. De Nicolò nasce centrale difensivo, probabilmente è più arrembante di me, più fisico, più prestante, e il lavoro sporco lo fa spesso lui, ma non ci siamo mai divisi il compito, lui è semplicemente un marcatore più vecchia maniera.

E parlando del vostro campionato, domenica andate ad Olbia, dal tridente non meno temibile composto da Babacar, Mastinu e Molino…

A dire la verità abbiamo tutti sentito in modo particolare la vittoria col San Cesareo e almeno a livello personale, rispetto tutti ma non sto ancora pensando a nessun attaccante avversario, perchè credo sia giusto anche gustarsi un po’ di più le vittorie più importanti e sofferte, da domani si inizierà a pensare alla “pratica” di Olbia dove non sarà facile ma come tutte le trasferte sarde di quest’anno. Ho grande fiducia nel mister Chiappara, perchè con lui la preparazione della gara e le informazioni sugli avversari sono sempre qualcosa di preciso e dettagliato, quindi saprò sempre come muovermi, nessun dubbio.

Molti parlano dell’Ostiamare come società modello, come esemplificare questa qualità in poche pennellate?

Basta che ti dica che da tre anni a questa parte ho potuto sperimentare che nessun dipendente o calciatore ha mai dovuto attendere un giorno di più il proprio rimborso, corposo o meno che sia, la puntualità nei pagamenti è svizzera, quando si perde il Presidente Lardone di certo a volte non sarà stato felice, ma nè lui nè il D.s. Quadraccia hanno mai fatto scenate di follia, anche quando c’è stato da esonerare qualcuno o punire qualche giocatore che non faceva, raramente, ciò che doveva. E questa tranquillità alla lunga paga perchè sai che tu, giocatore o  allenatore, hai sempre tutto quando arrivi al campo d’allenamento per rendere al massimo, nulla è lasciato al caso e quindi se perdi o non rendi al top è spesso solo colpa tua e non puoi prendertela con nessuno, come invece accade da altre parti dove effettivamente tra punti di penalità e presidenti di ben altro “furore”, di problemi e pressioni la squadra ne subisce fin troppe.

Il giovane ed il vecchio che ti hanno sorpreso maggiormente in squadra questa stagione?

Di “vecchi” bravi e saggi ne conosco tanti per averci giocato tante volte assieme anche a Pomezia anni fa, come Macciocca e Costantini, ma un capitano come D’Astolfo, come calciatore e come uomo, è un orgoglio averlo in spogliatoio per me perchè pur nella sua serietà sa sempre cosa dire alla squadra per sdrammatizzare o responsabilizzarci ed è uno dei segreti del gruppo l’averlo con noi tutti i giorni secondo me. Tra i giovani, scelgo di nominare i miei due compagni di viaggio, con cui spesso andiamo e torniamo in treno o in auto da e per gli allenamenti all’Ostiamare, ovvero il centrocampista Biagiotti e il portiere Travaglini, gente che ora anche se gioca meno per problematiche differenti, secondo me è comunque un valore aggiunto perchè in silenzio lavora e se va in campo fa sempre il massimo, e vi assicuro che è la cosa più rara del mondo per due ragazzi giovani, dato che parliamo di un portiere del ’94 e un centrocampista del ’95.