SERIE D, TERRACINA: IL “DIEZ” D’AGOSTINO INFIAMMA I TIFOSI: “VOGLIO FARE BENE QUA PER TORNARE A GIOCARE CON GENTE COME ICARDI E ZAZA…”

SERIE D, TERRACINA: IL “DIEZ” D’AGOSTINO INFIAMMA I TIFOSI: “VOGLIO FARE BENE QUA PER TORNARE A GIOCARE CON GENTE COME ICARDI E ZAZA…”

A cura di Giovanni Crocé

Che sia un prototipo di calciatore “vintage” e molto vecchio stampo, per l’amore con cui tratta il pallone e la genialità delle giocate, si vede lontano un miglio, che avesse un passato da predestinato da recuperare e tanti amici-tifosi “importanti” e una città già pazza di lui dopo neanche due mesi di partite di campionato, forse questo era meno scontato. Il talentuoso numero 10 del Terracina, il genovese Stefano D’Agostino è una assoluta novità tecnica in questo primo scorcio di stagione e pur essendo un classe 1992, sta scoprendo ancora molto dell’attuale girone G di serie D, categoria in cui non aveva mai militato.

 

STEFANO D'AGOSTINO

Stefano D’Agostino, noi di Rete Oro\Calcio D’Angolo ti abbiamo fisicamente scoperto vedendoti all’opera qualche settimana fa a San Cesareo, dove hai fatto due gol e molto altro…raccontaci un po’ del tuo passato calcistico…

Mi ha fatto molto piacere prendere contatto con la vostra realtà giornalistica e televisiva anche perchè quella è stata la mia partita più “produttiva” per me e per la squadra, visto che abbiamo espugnato 1-3 il “Pera” di San Cesareo in quello che tutti definivate un match importante per vedere quanto valevamo. Per quanto riguarda me, io sono genovese purosangue e ho fatto tutta la trafila da trequartista\seconda punta fino alla primavera della Sampdoria, e sono stato alle porte della prima squadra, tanto che all’epoca in cui la Sampdoria la allenava mister Di Carlo ero anche in predicato di esordire in Europa League, anche se poi non mi è stata concessa quella ribalta ma conservo ricordi a posteriori mostruosi, soprattutto ripensando che io a 17-18 anni ero ritenuto il più promettente di quella primavera blucerchiata, dove conservo ancora tanti amici che so che vogliono vedermi recuperare qualche annata un po’ così. Ora ho rescisso dall’estate scorsa e sono del Terracina, ma prima avevo fatto solo professionismo anche se in Serie C…

Chi sono i tuoi “tifosi speciali” e che ricordi hai dei tempi della Samp?

Guarda sono talmente tanti e talmente intensi che devo sintetizzare molto, anche perchè sono stati anni pazzeschi, si respirava il calcio di elite che tutti sognamo. Mi sento spesso anche con ragazzi più o meno miei coetanei che invece sono da tempo a giocare in A come Pedro Obiang e Nenad Kristicic, o quel Roberto Soriano di cui adesso tutti parlano giustamente un gran bene, ma è l’emblema che l’annata giusta la trovi senza un perchè, senza un tempo reale, maturando interiormente, e anche per me spero che sia così. Poi va detto anche che in primavera un anno mi sono ritrovato con la numero 10, che è sempre stato bene o male la mia maglia, alle spalle di due ragazzotti che si chiamano Simone Zaza e Mauro Icardi. Eppure tutti erano fissati soprattutto con le mie prestazioni, mi coccolavano molto alla Samp e prima tanti talent scout parlavano più di me che degli altri, ma si sa, credo che abbiano prevalso quelli che vedevano in me qualche atteggiamento extra-campo che non è piaciuto e anche se in campo andavo sempre bene, non mi è stata data la chance di giocare in A, ma cercherò di prendermi quel che mi meriterò, nessun rancore. Mi riempirà sempre di gioia rammentare che quando i tifosi di Genoa o Samp venivano a vedere un derby giovanile, fin dai tempi degli allievi, i primi due nomi che venivano fuori erano D’Agostino ed El Shaarawy. Sono sceso in serie D per non perdere continuità di calcio, ma il mio sogno è tornare in palcoscenici simili.

Onestamente però non ti vediamo come un ragazzo e un calciatore “casinista”, di quale atteggiamenti extracalcistici parli?

Ma infatti non lo sono, sono di buona famiglia, mai espulso o maleducato con nessuno, in campo e fuori, non mi sono mai sentito al di sopra delle regole, probabilmente ero troppo “frizzante”, ma al di là di qualche sorriso, non ho mai fatto. In quella primavera della Samp poi tra me, Zaza ed altri ce ne erano tante di “testine” con tanta personalità ma mai nulla di irrispettoso. Probabilmente, a certi livelli devi metterti la maschera a prescindere, un sorriso di troppo potrebbe a volte aver fatto pensare qualche dirigente che mi ritenevo già chissà chi e che in fondo del calcio e del contesto in cui mi trovavo non me ne fregava nulla, ma assolutamente non era così e non ho mai litigato con nessuno. Si tratta solo del mio carattere che reputo forte ma solare, aperto, ma forse queste incomprensioni sono servite a me per capire quando essere me stesso e quando no, e sono certo che se farò bene, a 22 anni nulla può e deve essere precluso ad un calciatore che fa del professionismo una ragione di vita. 

STEFANO D'AGOSTINO 2

In C hai giocato con Triestina, Catanzaro, Pontedera, Poggibonsi, tra C1 e C2 e quindi la destinazione Terracina, in n campionato di D mai vissuto da te, come è avvenuta?

Come spesso accade, dopo tre anni di seguito in prestito, dopo essere stato definito da sempre “il piccolo Cassano” della Primavera della Samp, visto che a Genova sponda doriana iniziavo sempre da capo a causa dei direttori sportivi e delle proprietà che cambiavano spesso finchè sono stato io, ho scelto di rescindere e ripartire da un posto nuovo dove potessi giocare tantissimo e sentirmi importante per i colori che difendo. Allora il mio procuratore ha fatto sì che io mi convincessi ciecamente che fare un grande anno con tanti minuti nelle gambe a Terracina fosse la cosa migliore, anche per dimostrare la disponibilità al sacrificio nel ripartire dalla D che non avevo mai fatto e che Stefano D’Agostino per riprendere a sognare non ha alcun problema a stare una categoria sotto e anzi, ringrazio staff, tifosi e allenatore perchè sono stato accolto alla grande e sono già a quota 3 gol in campionato e non intendo fermarmi.

Mister Fabio Celestini, dopo le sue esperienze di alto livello in tutta Europa da giocatore, ha detto che tu sei il primo a beneficiare del suo gioco “palleggiato” alla spagnola, ti senti il suo “scudiero in campo”?

Non vorrei esagerare ma è normale che mi trovi  a meraviglia perchè il mio gioco è prettamente fondato sulla qualità del tocco, non cerco certo i contrasti o il gioco estremamente duro, quindi è chiaro che il mister Celestini ha fatto breccia in quello che amo fare. Mi da tante responsabilità, è aperto al dialogo e vede il calcio come piace a un vero amante dell’estro come me, quindi per lui e per la causa del Terracina darò tutto, perchè in poco tempo io e gli altri ragazzi abbiamo trovato l’ambiente giusto per sentire una stima forte, che poi in campo ti fa andare al doppio. Mi piace avere tanto campo a disposizione, a volte il mister mi ha fatto giocare anche “falso nueve” alla spagnola, alla Fabregas, e non poteva essere altrimenti per un ex nazionale svizzero con trascorsi in campo anche con Getafe e Malaga. Sì, effettivamente per me è il top.

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Idoli e aspirazioni da bambino di Stefano D’Agostino…

Io ho giocato nel settore giovanile della Samp da genovese ma non sono nè tifoso del Genoa nè della Samp, mi porto dietro la fede calcistica juventina perchè da bambino ho imparato ad amare la numero 10 grazie ad Alex del Piero, quindi calcisticamente mi sento un po’ un “9 e mezzo” un 10 a cui piace fare di tutto in attacco, gol o assist per me pari sono, basta giocare e sentirsi centrali in un progetto tecnico come ora, poi ti do tutto in campo, sempre stato così.

Eppure domenica arrivate allo scontro contro la Lupa Castelli, una delle tre big attuali, nelle grandi partite si vedrà un gran D’Agostino?

L’avversario è ovviamente importantissimo perchè lo dice la classifica e lo dite tutti voi del settore quindi mi sento un po’ come col San Cesareo, dove si dicevano le stesse cose nella settimana pre-gara e si respirava la stessa atmosfera carica di voglia di fare da noi. Poi se arriveranno altri due gol miei, o comunque vinceremo, ben venga, facciamo intervista tutte le settimane (dice ridendo, ndr)

Andando a vedere la vostra classifica, la posizione è buona, siete imbattuti, ma cosa vi manca come squadra per restare ancorate al trio di alta classifica Lupa?

Certamente io e i ragazzi del reparto offensivo ci prendiamo tutte le responsabilità del caso e cercheremo di fare un gol in più perchè noi pensiamo a fare il nostro, segnare o far segnare, ma gente come De Angelis, punta con cui mi trovo alla grande, o Paulis, che ha già “timbrato” in zona gol, prima o poi la rete la fa o la fa fare, magari ad oggi e contro le big dobbiamo però pensare a prendere qualche gol in meno. Secondo me se vogliamo avere ambizioni di vittoria o comunque arrivare il più in alto possibile, bisogna essere più compatti e magari vincerle col minimo scarto, ma questo è sempre stato il rischio di chi come noi prova sempre a giocare il pallone.

Sei un giocatore atipico perchè numeri 10 così “vecchio stampo” almeno nel girone delle laziali in D non se ne vedono così tanti…

Anche perchè adesso il giocatore di fantasia viene spesso obbligato a fare l’esterno alto o la seconda punta, mentre io parto proprio dietro alle punte o alla punta e poi seguo un po’ l’estro e un po’ le necessità della partita, ma posso andare da destra a sinistra dove serve di più e solo pochi mister ti danno questa libertà e questa fiducia, ecco perchè forse posso tentare qualcosa di diverso dal semplice “stoppo, mi giro e lancio”. Ma già hanno imparato a conoscermi anche qua nel gruppo G perchè prendo tante botte e ne ho sempre almeno due addosso in marcatura. Quello che mi fa piacere è che evidentemente un certo tipo di calcio in D manca davvero, perchè mi sono venuti i brividi quando qualche settimana fa, giocando in sardegna contro l’Arzachena, sono uscito dal campo applaudito dai tifosi avversari. Queste cose per un amante del calcio come me valgono più di 10-15 partite in C e mi spingono a fare sempre meglio, sono benzina e adrenalina allo stato puro.