SORA, IL PRESIDENTE RISPONDE AI CALCIATORI. DA UN COMUNICATO ALL’ALTRO…

SORA, IL PRESIDENTE RISPONDE AI CALCIATORI. DA UN COMUNICATO ALL’ALTRO…

Pubblichiamo la nota del Presidente Pecorelli in risposta alla dura presa di posizione di alcune settimane or sono, della rosa dei calciatori del Sora che lamentavano emolumenti ancora non percepiti ( soltanto un mese regolarizzato). E prendiamo spunto da questa vicenda non certo esaltante, per affrontare un argomento a carattere generale, che non avremmo voluto affrontare ,ma che nostro malgrado, siamo costretti a fare, in quanto ormai il vaso è colmo, anzi stracolmo!  Perché in realtà siamo innamorati del calcio e vorremmo parlare solo di calcio, quello giocato, ma in questi ultimi anni ciò è praticamente impossibile!

Ancora una volta soprattutto in Serie D ma non soltanto nella massima espressione dei Dilettanti, si torna a parlare di problematiche economiche e siamo soltanto al mese di Novembre ovvero, ad appena tre mesi dall’inizio del campionato e della stagione  sportiva. Francamente tutto questo è avvilente, ed è l’esatta fotografia del nostro calcio dilettantistico ormai arrivato decisamente al capolinea. Situazioni come a Sora ce ne sono in quantità industriale nel mondo della Serie D. Invece di parlare di calcio giocato, si continua a parlare di altre faccende, che poco o nulla hanno a che fare con il calcio ,di emolumenti non pagati, di promesse che forse non saranno mantenute, di società che proseguono per forza di inerzia, falsando i campionati e addossando poi le responsabilità il piu’ delle volte ai calciatori. Basta leggere i comunicati della Commissione Accordi Economici per rendersi conto a quale basso livello abbiamo portato il calcio della serie D.

Signori miei, il discorso è molto semplice, difficile non capirlo! Il calcio non è per tutti, il pallone si. Chi è in grado di fare il presidente, perché ha passione e risorse economiche, faccia il calcio, chi non è in grado di farlo perché non possiede questi requisiti, è bene che se ne stia a casa, lontano da un mondo che non gli puo’ e non gli deve appartenere.

Nel calcio esiste una programmazione, un progetto, delle idee, un budget a disposizione e da rispettare, degli accordi economici che si concordano con il calciatore che comunque offre una prestazione di tipo lavorativo. Inutile giocare ai Moratti, ai Berlusconi, agli Agnelli quando non si hanno le capacità, le risorse, le potenzialità per emularli. La serie D da sempre ha invocato professionalità nei comportamenti, dal primo dei dirigenti all’ultimo dei calciatori. E’ un campionato importante, impegnativo, che richiede serietà, sforzi e sacrifici. Tutto questo ormai da diversi anni non c’è piu’. In ogni stagione assistiamo a scenari di questo tipo, deprimenti, avvilenti, che nulla hanno a che fare con il calcio, ma che invece, si addicono a chi fa pallone, che sono due facce di una medaglia assolutamente diversa, in contrapposizione l’una all’altra.

 E non vale neanche il discorso della crisi che c’è ed inequivocabile. Mancano capacità e idee, perchè si puo’ fare calcio a costi contenuti e ottenere buoni risultati, con dirigenti capaci e preparati,  e soprattutto mantenere gli impegni presi.Di esempi di questo tipo, pochi ma vivaddio ancora ce ne sono. Il calcio della serie D sta lentamente morendo. Ci si augura che quanto prima la riforma del campionato possa mettere fine a questo scempio, e che si torni a parlare di calcio con presidenti che vogliono e sanno fare calcio. Ma forse è soltanto un sogno, un’utopia. Il destino è già segnato e crediamo ahinoi, sia un altro…

 Il Comunicato 

A distanza di dieci giorni dal comunicato pubblicato dalla squadra nel quale emergono le rimostranze della stessa alla situazione economica della società, ed in particolare al fatto che alla data di oggi, i giocatori e lo staff tecnico, abbiano percepito un solo stipendio, il Presidente Andrea Pecorelli rompe il silenzio mediatico ed espone i fatti nella loro interezza.

Presidente, come risponde al comunicato dei ragazzi?

«Non credo serva ricordare che se non fosse per il sottoscritto, la squadra di calcio oggi non sarebbe neanche iscritta al campionato. Troppi, forse, hanno già rimosso questa oggettività.
Nessuno in questa città, ad eccezione del nostro sponsor, si sta adoperando affinché questo patrimonio, di cui tutti si vantano, sia tutelato e sostenuto. Ad oggi si è fatto ciò che le nostre forze ci hanno consentito. Tra l’altro, dati alla mano, non sono poi molte le società che siano riuscite a fare meglio della nostra. Ho preso degli impegni e intendo mantenerli, come SEMPRE ho fatto. Anche io sono in attesa di qualcuno che mi paghi…ma non per questo faccio comunicati!!
Credo sia importante non perdere di vista il momento nero che attraversa il nostro paese…e magari fare valutazioni meno avventate. L’agire d’istinto, troppo spesso, crea solo danno. Non si valutano le ripercussioni che ne scaturiscono. Altra cosa che mi rammarica è la presa di posizione dei tifosi nel dopo partita con l’Astrea. Sono stato contattato telefonicamente da alcuni sostenitori, i quali mi hanno invitato a lasciare la mia carica, accusandomi di latitare da qualche giorno. Nella mia vita non sono mai stato, (neanche quando mi avrebbe fatto comodo), e mai sarò un latitante. Ho messo a disposizione della squadra uno staff tecnico e operativo di valore assoluto, due direttori, un segretario, un addetto stampa e un team manager. Credo di essere libero di decidere, in relazione ai miei impegni personali, quando recarmi a Sora. E non è detto che, qualora non mi si vedesse allo stadio, io non sia presente sul territorio a lavorare per questa società. La passione dovrebbe essere alimentata…non annientata! Tutto questo porta solo allo sfinimento, alla stanchezza, al chiedersi se vale la pena proseguire».

Presidente, sappiamo inoltre che non è soddisfatto dell’operato del Città di Sora in merito al settore giovanile.

«Mi spiace constatare che la gestione a cura del Città di Sora non ha sortito assolutamente gli effetti sperati. Le quote di iscrizione della scuola calcio e delle squadre giovanili sono state incassate regolarmente, eppure ad oggi, la squadra Juniores (l’unica che abbia un costo di gestione!) non dispone ancora delle tute, delle borse, e del materiale che a qualsiasi altra squadra viene consegnato a inizio stagione. Non ha un campo in cui allenarsi, per cui , troppe volte le è
stato messo a disposizione il “Tomei”. Addirittura mi sono fatto carico personalmente delle spese del trasporto in occasione di alcune trasferte. Allo stesso tempo, però, sulle divise degli allievi e dei
giovanissimi non compare lo stemma del Sora Calcio, bensì quello del Città di Sora.
A causa del perdurare di questa situazione, ho chiesto ai miei legali di intraprendere quanto la legge consenta a tutela di tutti i danni subiti e subendi. Tanto dovevo».